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La citt dei vincoli stretti

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Fai un’opera caritatevole: legami 

al tuo nome. Prima, però, indicami 

la risposta che dà il vento ai vincoli 

incurante della fisionomia dei voli.

E che io sia una vela lo testimonia

l’amore per il mio albero di terronia. 

Sono della razza con la fronda alta,

una sfumatura di azzurro che esalta 

l’aria quando ammattisce torrida 

per indovinare la bocca più lucida 

- nonostante le labbra alla luce.

Poi la corda serra in gola e induce

a fuorviare la parola ascolto:

quel che entra dal padiglione è tolto

dal quotidiano e spinta solo 

dagli strilli, benché in volo

tutte le parole muoiano a frotte. 

Bei santi quelli delle edicole ridotte: 

somigliano ai passanti come si deve, 

taciturni al netto del rumore greve 

come chi ignori il lordo pro tetto.

 

 

 Laura Turra - 20/05/2020 08:56:00 [ leggi altri commenti di Laura Turra » ]

Che esordio meraviglioso ha questa poesia… poesia di quel vento che non si cura della "fisionomia dei voli", che sempre soffia libero sulle vele…
Grazie, è bellissima!

 cristina bizzarri - 20/05/2020 08:32:00 [ leggi altri commenti di cristina bizzarri » ]

Ho camminato dentro queste righe con i pensieri che il vento ha sempre trasportato in quelle giornate dove la luce nelle strade che costeggiano i campi è colorata brillante e chiara - dove tutto è predisposto al domani certo, dove il piccolo santo nell’edicola è necessario che sia lì, e i campi, gli alberi, il vento, la luce e noi - lo sappiamo.
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